Intervista a Maria Luigia d'Austria

Intervista a Maria Luigia d'Austria


A questa intervista impossibile ha risposto, calandosi nei panni di Maria Luigia, la scrittrice parmense Francesca Tamani, che fin dall'inizio ha assecondato con entusiasmo la mia pazza idea. Vi lascio il link al suo profilo (https://www.instagram.com/francesca_tamani) e i titoli delle sue recenti pubblicazioni: "Luoghi comuni", "La formula di Jane Austen","Virginia Woolf e la torta al cioccolato". Ha anche pubblicato un racconto nella raccolta "La soffitta di Jo March".

Ma ora veniamo a Maria Luigia!

“Il paese nel quale vivo è un vero giardino; ho nelle mani il modo di rendere felici quattrocentomila anime; di proteggere le scienze e le arti. Non sono ambiziosa ed ho la speranza di passare qui un gran numero di anni, che si rassomiglieranno tutti ma che tutti saranno dolci e tranquilli.” – Lettera di Maria Luigia d’Asburgo alla duchessa di Montebello, dama d’onore nel periodo imperiale, 11 maggio 1816

“Amo meglio che il mondo conosca le mie debolezze di donna, anziché un'ingiustizia da regnante.” —  Maria Luisa d'Asburgo-Lorena

 



E’ il 1833 e sono a Parma perché Maria Luigia ha cortesemente risposto a una mia missiva, acconsentendo a ricevermi per raccontarci di lei, della sua vita incredibile. Ho il cuore in gola mentre vengo scortata in una piccola stanza dove mi aspetta lei: una bella donna di 42 anni che non si alza ma mi sorride: “Qui saremo più tranquille”. 

Nonostante i modi amabili e gli abiti eleganti, ha l’aria di una persona che è già stata messa molte volte alla prova. Tanto ho sentito raccontare sulla sua figura: da sempre odiata e incompresa in Francia, amatissima qui a Parma. Ora è giunto il momento di sentire la sua voce, di vivere quegli anni attraverso i suoi occhi.

Mi schiarisco la voce e comincio a bruciapelo.

Gran parte delle vostre scelte sono state dettate dalla ragion di stato, fin dal matrimonio con Napoleone.

Tante persone non sanno o non possono immaginare cosa volesse dire per Voi quel matrimonio, a 18 anni…

Ma chérie! Asseyez vous ici près de moi! Vedete Noemi, il mio lato francese a volte ha il sopravvento! C’est joli! N’est ce pas?

Sono onorata di potervi aprire il mio cuore,  affidare a Voi  i miei più segreti sentimenti e il racconto degli avvenimenti più importanti della mia vita. 

La vostra domanda sul mio matrimonio mi riporta indietro nel tempo, all’immagine di una giovane e ingenua ragazzina che chiusa nelle sontuose stanze dei palazzi di Vienna fantasticava e attendeva come tutte l’arrivo del principe azzurro. Quando mi fu comunicato che la decisione del mio matrimonio con Napoleone era presa poichè questa unione aveva lo scopo di fornire un erede alla Francia e di suggellare le relazioni tra i due paesi, rimasi impietrita. Pensate che fin da piccola avevo creato un fantoccio raffigurante Napoleone! très mauvais et laid,! Avevo  repulsione verso la sua figura. Ma mia cara Noemi, purtroppo non ebbi voce in capitolo riguardo a questa questione e dovetti piegarmi al volere di mio padre. In quell’occasione, un’ulteriore ferita fu inferta al mio cuore. Un tradimento nel tradimento oserei definirlo così. Ebbene, ma chère, pensate, la notizia delle nozze mi fu data da Metternich e non da mio padre il quale, in modo meschino,  si giustificò dicendo che l’accordo era stato preso a sua insaputa, ma come ben potete intendere, questo non era vero. A quel punto, nonostante la mia giovane età, capì che non avevo scelta e accettai di sacrificarmi per la ragion di Stato. 


E poi? Come fu essere  d’un tratto sua moglie e l’imperatrice dei francesi? Eravate felice?

Il matrimonio avvenne per procura e io avvertì una tale freddezza in quei momenti, pareva davvero un contratto. Tuttavia le cose presero una piega diversa dopo il matrimonio. Con mia grande sorpresa e sollievo, Napoleone si mostrò attento e premuroso nei miei confronti. Très doux! Oserei dire, addirittura, innamorato di me.  Durante i nostri momenti di intimità mi riempiva di complimenti, gli piaceva la mia innocenza ed era solito definirmi la sua “bambina deliziosa“ . Anche io mi ero presa alcune confidenze dandogli del tu. Noemi, pensi, talvolta lo chiamavo “Nana” o “Popo“.  Trascorrevamo molto tempo insieme e si era creata una notevole sintonia.

Insomma, mia adorata, nei primi tempi mi sentivo soddisfatta del mio ruolo di moglie e del mio status di imperatrice dei francesi. Posso confessarle che mi sentivo veramente felice in quel momento. C’était magnifique!

E poi arrivò vostro figlio e gli equilibri cambiarono nuovamente….

Ah oui! L’arrivo di nostro figlio fu un momento davvero importante  per il nostro matrimonio. Il primo ad essere informato fu mio padre. La gravidanza fu piuttosto complicata e Napoleone si assicurò col medico che la mia vita avrebbe dovuto avere la priorità. Il parto fu dolorosissimo, Ancora sento la fatica di quel momento e la paura che provai. Terrible!

Ma arrivò il tanto atteso erede e il  9 giugno 1811, fu battezzato con i nomi di Napoleone Francesco Carlo Giuseppe  nella Cattedrale di Notre-Dame. Questi nomi furono scelti per rendere omaggio al padre, al nonno materno, allo zio Giuseppe Bonaparte e al nonno Carlo Bonaparte. Fin dalla scelta dei nomi mi sentì immediatamente derubata del mio bimbo. Capì che non sarebbe stato mai veramente mio figlio. Avrei voluto cullarlo, portarlo a fare passeggiate…se solo fossi stata in Austria a casa mia, avrei trascorso ogni attimo con lui. Ma alla corte di Francia non fu possibile. Pas possible!

Oltre all’impossibilità di poter stare con mio figlio come una madre dovrebbe poter fare, nel periodo successivo alla nascita, il mio matrimonio prese una piega triste e dolorosa. Tanto potente fu l’ amore per nostro figlio, quanto lacerante la freddezza  che Napoleone iniziò a mostrare nei miei confronti. Io, inutile che ve lo dica, mia cara, quelle tristesse! J’étais seule!



La campagna di Russia  però è stato il vero spartiacque: l’inizio di anni di grande caos, sconfitte sul campo e incertezze. 

Sono rimasta molto colpita da quanto avete sostenuto vostro marito fino all’ultimo, pensando addirittura di raggiungerlo all’Elba. Lo amavate vero?

Pour moi  è molto doloroso ricordare quel periodo. Nel maggio 1812, Napoleone partì per la campagna di Russia ma fortunatamente io e lui restammo sempre in contatto grazie ad una fitta corrispondenza. 

Io sentivo la sua  mancanza e non ero felice senza lui al mio fianco. Non avrei mai immaginato di provare un tale sentimento, mi resi conto che il mio cuore era colmo di affetto per lui.

Finalmente ci riunimmo il 18 dicembre dello stesso anno. A mezzanotte

Quelle surprise! Fu un incontro indimenticabile. Fummo colti entrambi da un tale trasporto e da una irrefrenabile passione. Ora posso dire che fu la nostra ultima notte insieme. 

I fatti poi precipitarono, Napoleone dovette lasciare la Francia e  io fui nominata reggente. Mi trovai sola, senza l’aiuto di mio padre che si schierò contro mio marito.

Vedete Noemi, avevo maturato dentro di me, la profonda convinzione di portare sfortuna a chi mi gravitava attorno e dopo essere nominata per la seconda volta reggente affrontai il momento più duro della mia vita. La mattina del 25 gennaio salutai per l’ultima volta Napoleone. Io e mio figlio non lo avremmo mai più rivisto.

 

Quante volte durante la vostra vita siete stata ingannata? 

E spesso da chi avrebbe dovuto guidarvi e sostenervi. Vostro padre vi fece tornare col bambino a Vienna, per farvi riposare. E invece….

(la mia teoria è che lei la maggior parte delle volte sapesse degli inganni e trappole ma si piegasse di buon grado per la ragione di stato)

Mia cara, come ben avrete compreso dal mio racconto spesso non fui messa al corrente di fatti che riguardavano direttamente la mia persona. Le figure che mi gravitavano attorno e mi riferisco nello specifico a mio padre, non furono mai troppo trasparenti. Mi sono spesso sentita una pedina all’interno di strategie e dinamiche governate da  interessi politici e di stato. Quelli che erano i miei sogni, le mie idee e i miei sentimenti vennero sempre messi da parte e io fui considerata per la maggior parte delle volte come uno strumento per il raggiungimento di uno scopo o di un obiettivo. 

Così, spesso ho ceduto alla ragion di stato e per amore della mia famiglia, del mio popolo e della mia patria, mettendo da parte i miei sentimenti e i miei sogni.


Poi conosceste il generale de Neipperg, anche lui scelto da vostro padre per controllarvi, guidarvi, farvi innamorare di lui…ci riuscì?

Il 7 marzo 1816 partì per l’Italia, ancora una volta seguendo la volontà di mio padre che mi affiancò  meine liebe Neipperg il quale aveva il compito di guidarmi e sostenermi nelle decisioni politiche.

Prima di prendere possesso del nuovo Ducato decisi di rendere il mio nome italiano e così da quel momento fui Maria-Luigia. La nostra prima tappa fu la Reggia di Colorno, che decisi di rendere in  futuro la mia residenza estiva. Il giorno successivo ripartimmo per Parma.

La nostra vita era molto tranquilla e perfettamente equilibrata, lui era un uomo forte e determinato e il suo fascino ha subito avuto effetto su di me. Ein Mann mit charme! Nonostante io abbia inizialmente avuto alcune remore a lasciarmi andare, tuttavia la passione ebbe il sopravvento. La nostra fu una relazione basata su un sentimento forte e reciproco. Mentre lui si occupava prettamente di questioni politiche, io amavo occuparmi di far fiorire e splendere la bellezza della città di Parma e la nostra unione fu indissolubile e potente.



Arrivaste qui a Parma nel 1816, insieme a Neipperg, quali furono le prime impressioni di questo popolo e di questi luoghi?


Ja meine liebling Noemi. Il mio arrivo a Parma risale al 1816. Pensate che vi arrivai attraversando il fiume Po su di un ponte di barche! Che stranezza!

La prima tappa fu Colorno dove alloggiai presso la Reggia per una notte, quindi, il giorno successivo mi insediai nel Palazzo Ducale di Parma. Fui molto colpita dall’accoglienza del popolo italiano, che mi riservò un calore e un entusiasmo che mi stupirono. Confesso che mi scesero sul volto alcune lacrime di commozione! Ich war glucklich! Felice! Ja!

In quel momento capì che quelle persone avevano riposto in me grandi speranze e attendevano che io risollevassi le sorti di un Ducato  che versava in gravi condizioni. A Parma la povertà dilagava, le condizioni igieniche erano precarie e politicamente vigeva una grande instabilità. Il lavoro che ci aspettava era molto complesso, tuttavia, non mi feci spaventare dalla mole di incombenze. Ero stimolata e molto motivata a portare qualcosa di buono nelle vite di queste persone. Decisi che sarebbe stato un dovere morale occuparmi del benessere di questa gente e così mi misi subito all’opera.


Poi nel giro di pochi anni, mentre Parma prospera, i lutti per voi si susseguono.

 Napoleone, della cui morte venite a conoscenza mesi dopo da un giornale locale, Neipperg dopo qualche anno dal vostro matrimonio morganatico e poi vostro figlio il re di Roma (siete stata avvisata solo quando la tubercolosi era in stato avanzato, e siete corsa a Vienna al suo capezzale).

Il 5 maggio 1821, Napoleone morì è nessuno mi avvisò. Fui informata solo il 19 luglio da un articolo della Gazzetta del Piemonte. I miei sentimenti verso di lui erano stati sempre molto altalenanti, la nostra è stata un’unione dove solo in alcune fasi ho creduto di essere innamorata di lui, per il resto ho provato l’affetto che si prova per il padre del proprio figlio. Mi aveva trattato sempre con dignità e rispetto tenendomi  in grande considerazione. Rimasi, quindi, molto turbata per giorni e giorni.

Otto anni dopo la morte di Napoleone, il 22 febbraio 1829, morì anche il mio secondo marito, meine liebe, per problemi cardiaci. Come ben potrete immaginare, fui davvero molto toccata dalla sua morte. L’amore della mia vita, il padre dei miei due adorati figli mi abbandonava per sempre. Tuttavia a Vienna mi venne proibito di piangerlo pubblicamente. Verboten! Avrei voluto ufficialmente dichiarare i termini del nostro matrimonio e adottare i suoi figli, ma anche questo, a causa della ragion di Stato mi fu negato.

Meine lieblich Noemi, il lutto più devastante fu la perdita di mio figlio,  Il duca di Reichstadt, figlio di Napoleone. Egli era di salute cagionevole  soprattutto a causa della crescita repentina che lo fece diventare un ragazzo molto magro e alto. 

All’età di vent’anni si ammalò di tubercolosi che lo consumò fino alla morte. Io inizialmente non venni informata delle sue condizioni essendo a Parma dove la situazione politica era delicata e a Vienna ritennero opportuno che io restassi e mantenessi il controllo della situazione. Ma quando arrivarono notizie circa la gravità delle sue condizioni non esitai a partire. Raggiunsi mio figlio  mein herz, e rimasi al suo capezzale per quasi un mese fino al giorno della sua morte che avvenne il 22 luglio  1832. Fu un mese devastante. Non mi ripresi mai più da questa perdita. La mia vita da allora non fu più la stessa. 



Cerco di distrarla parlando di quello che ama, dei piccoli piaceri quotidiani che ha sempre ricercato, ovunque la vita l’avesse trascinata,

Amate le violette da sempre, tanto da ricamarle sull’abito del vostro primo matrimonio, e le avete portate anche qui a Parma…

Meine schone Noemi, la vostra grazia mi ricorda esattamente quella di questo meraviglioso fiore. La mia passione per le violette proviene proprio dalla loro bellezza, dal colore viola che amo e dal loro delicato profumo. In molti, pensano che la mia predilezione per questo fiore sia riconducibile a Napoleone che veniva chiamato “ Caporal Violet” per cui i mazzetti di violettes venivano appuntati sulle divise degli ufficiali bonapartisti. Pas vrai! Ma non è così. Fin dalla mia adolescenza iniziai a volermi circondare da questo fiore,  farlo ricamare su abiti, fazzoletti e talvolta  affiancarlo alla mia firma. Insomma la violetta è il mio simbolo da sempre. 

Una volta giunta a Parma decisi di sollecitare i frati del Convento dell’Annunciata che grazie al loro paziente lavoro riuscirono ad estrarre dai petali e dalle foglie l’essenza del fiore. I primi flaconi di parfum mi furono consegnati a Palazzo in gran segreto e da allora sono destinati ad un mio esclusivo uso personale. 

Tuttavia, ma douce Noemi, al termine del nostro incontro ve ne omaggerò di una boccetta per dimostrare tutta l’ammirazione che nutro nei vostri confronti. Intuisco che siete una persona molto determinata ed arguta. Mi piacciono le donne moderne ed indipendenti che coltivano le loro passioni e che se si prefiggono un obiettivo si impegnano con dedizione e costanza per realizzarlo. Io credo mia cara che in questo ci assomigliamo molto! Nous sommes deux violettes!

 

 

Quali sono i vostri passatempi e quali sono i vostri luoghi del cuore dove amate rifugiarvi quando siete libera dalla vita pubblica?

Mia cara Noemi, vi confesso che non mi annoio mai!  Le mie passioni  sono tante e molto diverse tra di loro. Mi piace dedicarmi all’allestimento  e alla cura dei giardini nelle mie proprietà dove ho anche fatto piantare alcuni frutteti. Adoro andare  a cavallo, dare balli, frequentare il teatro e giocare a biliardo, scacchi e backgammon con le dame di corte. A proposito mia cara, sarei felicissima di avervi come mia ospite al prossimo ballo di Primavera! Io indosserò un abito color glicine e appunterò al petto la splendida spilla che avete creato appositamente per me.

I miei luoghi del cuore sono principalmente due. La Reggia di Colorno nella quale trascorro i periodi estivi e dove amo perdermi in lunghe passeggiate nel parco e dilungarmi durante le sere d’estate con i miei figli presso le sponde del laghetto. All’interno della Reggia amo suonare il mio fortepiano e dedicarmi alla musica poichè l’acustica in queste sale è ottima. La Rocca Sanvitale, invece, è il luogo nel quale trova albergo il mio cuore e nella quale ho trascorso i momenti più intensi e romantici del mio matrimonio con Meine Liebe.

 

Cosa rimarrà del vostro governo qui a Parma una volta che non ci sarete più? 

Quando  mi fermo a riflettere e ad osservare il lavoro che sto facendo per questi luoghi, provo ad immaginare come i posteri giudicheranno il mio operato. Quello che mi auguro è che si pensi a me come ad  una sovrana illuminata. Tra le opere che ho avuto maggiormente a cuore vi sono l’Ospizio della Maternità e una scuola tecnico-pratica di ostetricia poiché ho tenuto sempre in gran conto la tutela della condizione femminile.

Ho realizzato opere architettoniche quali il ponte sul Taro progettato da Antonio Cocconcelli e il cimitero della Villetta.

Ma come voi ben sapete io sono una grande amante della musica e la costruzione del nuovo Teatro Ducale, che in futuro diventerà Teatro Regio è il mio fiore all’occhiello. 

Nel 1821 ho anche creato il Conservatorio di Parma, dove studieranno  il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini e Giuseppe Verdi .

Insomma Noemi, spero di essere ricordata come una  “la buona duchessa”.

 E….pas seulement per la Torta Duchessa che i miei pasticceri hanno ideato pour moi!


Avete amato molto, sperato molto e siete stata implacabilmente gentile, piegandovi alla ragione di stato anche quado vi è costato l’amore di un figlio.

Siete stata felice?

La felicità? e chi può stabilire cosa sia di felicità? très difficile

Nella mia vita privata, possiamo definire un momento felice quello nel quale ho scoperto che l’uomo al quale ero stata data in moglie a mia insaputa non era l’orco che mi ero prefigurata. Poi, successivamente, la felicità ha coinciso con l’amore per Neipperg, l’uomo più importante della mia vita. Come madre, non ho avuto un percorso lineare, il mio primo figlio al quale ho dovuto rinunciare mi è poi stato sottratto definitivamente dalla vita e i figli avuti da Neipperg non  furono mai riconosciuti come figli miei. Tuttavia la felicità di essere la loro madre mi ha ripagato di tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare per poter stare al loro fianco. Infine, la felicità della donna di potere, di Stato, che si impegna a garantire il benessere al suo popolo. Ecco anche questa, io credo, si possa definire felicità. 

Quindi, rispondendo alla sua domanda, chére Noemi, sono una donna felice. Heureuse!Glicklich!

 

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